Permanente
o semipermanente: nuovi pigmenti nella tricopigmentazione, facciamo
un po’ di chiarezza!
Sappiamo
quanto sia diffuso ormai il fenomeno della calvizie in Italia, sia
negli uomini che nelle donne. Se, tra le cause principali si
annoverano l’alopecia androgenetica, l’alopecia areata, i
traumi (cicatrici, ustioni, incidenti, stress) la tricotillomania;
tra le soluzioni meno drastiche ed invasive una pare soddisfare
sempre di più un maggior numero di persone che richiedono
questo trattamento: Tricopigmentazione o Sculp Micro Pigmentation
(SMP).
La
tecnica, proveniente dagli USA e dal Canada da 15 anni, viene
effettuata in Italia da 8-10 anni. (per saperne di più sulla
tricopigmentazione clicca qui: link articolo tricopigmentazione).
Negli
ultimi anni ed ancor di più negli ultimi mesi si è
aperto un ampio dibattito sull’uso dei pigmenti in questa
tecnica. Vediamo di fare un po’ di chiarezza partendo proprio
dalle definizioni:
Pigmento
permanente: si
tratta di un pigmento specifico formulato esclusivamente per cuoio
capelluto che rispetta pienamente i riferimenti normativi dettati
dalla Comunità Europea ResAp (2008)1 e parte regolamento
1223/2009, come massima espressione di garanzia per il consumatore.
I
solventi e gli ausiliari per la formulazione sono stati selezionati
fra gli elementi certificati a norma di legge, sicuri a lungo termine
per la composizione dei coloranti. E’ un intervento duraturo ed
invariato nel tempo, affidabile che non prevede revisioni annuali. Le
diverse gradazioni di colori garantiscono, grazie ad analisi
accurate, compatibilità e purezza.
La
micronizzazione delle particelle è lavorata in modo da
impedire la fagocitosi ( processo di naturale assorbimento da parte
dell’organismo), permettendo così al pigmento di
permanere in maniera indeterminata nel derma.
Tuttavia
dopo 5-8 anni dal trattamento sarebbe opportuno sottoporsi ad una
nuova seduta di ripristino in quanto fattori individuali o ambientali
possono compromettere l’intensità del colore del colore
nel tempo.
Nei
soggetti affetti da anemia potrebbe essere necessario un intervento a
distanza di cinque anni così come consigliato a chi nuota
frequentemente in acqua clorata o salata, ed a chi si sottopone
spesso a docce o esposizioni solari per lungo tempo senza le adeguate
protezioni.
Pigmento
semi-permanente: questo
tipo di pigmento ha subìto un sofisticato processo di
produzione, la micronizzazione delle particelle è lavorata in
modo tale da consentire la fagocitosi e non sostare nel derma per
lungo tempo. E’ un pigmento bioriassorbibile ed è adatto
davvero a tutti, in particolare ai soggetti allergici o con
problematiche individuali.
Per
un processo naturale, il pigmento subisce uno schiarimento graduale
che può essere velocizzato da alcuni fattori individuali come
la propensione ad una fagocitosi accelerata, le ripetute esposizioni
solari senza adeguate protezioni, il contatto con acqua clorata o
salata, l’assunzione di particolari farmaci per uso orale,
l’utilizzo di particolari prodotti sul cuoio capelluto o
l’eccessiva sudorazione.
Il
trattamento eseguito con pigmenti di questo tipo, necessita di
richiami annuali per il suo mantenimento. Qualora si decidesse di
sospendere in maniera definitiva, il pigmento scomparirebbe dal derma
dopo circa 24/36 mesi dall’ultima seduta.
Dopo
quest’ampia premessa illustrativa dei diversi pigmenti
utilizzabili per il trattamento di tricopigmentazione, vorrei
esprimermi in tal senso.
La
mia opinione professionale, dettata da anni di pratica nel settore e
dalla mia naturale propensione alla salute individuale nonché
dalla costante ricerca di innovazione ed attenzione ambientale, mi
induce a consigliarvi di attendere. Cosa? Che gli esami scientifici
sui pigmenti permanenti vengano fatti in Italia, Paese con una
normativa vigente ben diversa da quella degli USA e particolarmente
attenta. Sono inoltre del parere che l’uso dei pigmenti
permanenti non possa essere usato su tutti i soggetti e non a
qualsiasi età. Immaginate infatti che un soggetto che soffra
di alopecia areata si sottoponga al trattamento intorno ai 40 anni
ma i suoi capelli naturali ove presenti, diventeranno grigi e poi
bianchi quindi anche il pigmento adoperato dovrà cambiare nel
tempo. Inoltre, e non per ultimo sapete quanto sono attenta ai
benefici dei prodotti naturali che vengono ben tollerati e
riassorbiti dall’organismo senza causare danni e senza
danneggiare l’ambiente che ci circonda. Ecco perché da
queste mie considerazioni vi propongo di aspettare e documentarvi
prima di sottoporvi ad un trattamento di tricopigmentazione con
pigmenti permanenti e chiedervi: cosa ne so a tal proposito, quali
sono gli effetti sul mio organismo? Quali i risultati scientifici che
emergono da ricerche autorevoli?
E’
mia responsabilità professionale informarvi tempestivamente su
questi pigmenti, mi sto già adoperando in tal senso per
contattare le aziende più autorevoli del settore e capirne di
più sull’uso sicuro di questi prodotti. Inoltre,
guardando attentamente alcuni risultati che emergono da chi uso di
questa tipologia di pigmento, non mi convince il risultato che a
parer mio appare poco naturale. Per il momento concludo solo
dicendovi: affidatevi solo a mani esperte!!!
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